5 cose da fare per digitalizzare una microimpresa

E’ sotto gli occhi di tutti : il livello di digitalizzazione della microimpresa italiana è basso.

Da alcuni rapporti stilati all’inizio del 2019, su un campione di oltre 1000 microimprese,  meno del 30% fa uso di strumenti digitali nella propria attività.

Le microimprese sono l’ossatura del sistema economico italiano, sono aziende familiari con un massimo di 10 dipendenti, a volte fatte da 1 o due persone, lasciando alle pmi con più di 50 dipendenti o le grandi imprese, la percentuale più piccola di presenza sul territorio nazionale.

Purtroppo però lo stato di digitalizzazione delle microimprese italiane, è davvero sconfortante, pur essendo proprio quest’ultime che potrebbero beneficiare maggiormente dal loro impiego.

Perchè la microimpresa non usa a pieno il digitale?

Il primo motivo è da ricercare nello scollamento tra la grande crescita tecnologia che si è avuta negli ultimi anni e la poca formazione all’utilizzo dei nuovi strumenti immessi sul mercato.

Quello che ha cambiato le regole del gioco è stato internet. La diffusione delle connessioni ad alta velocità ha messo a disposizione nuovi strumenti, sui quali  però le microimprese non state pienamente informate e formate.

Il “flop” dei siti corporate.

Per sito corporate si intende il sito aziendale. In Italia meno del 30% delle microimprese ha un sito aziendale, e quasi il 28% affermano di non volerne fare uno nei prossimi 24 mesi.

Non c’è dar torto a quegli imprenditori che a cavallo del 2000 hanno realizzato il sito, perchè bisognava farlo e poi tutto è rimasto li. Non è servito a nulla per anni. Allora perchè farlo? non serve, non risolve nessuna esigenza.

Non è proprio così..

Il sito web dell’azienda è fondamentale e parte integrante del processo aziendale.
In base al tipo di attività, il sito web deve servire per vendere, per fare assistenza, per informare, per trovare nuovi clienti.

Il sito internet è un collaboratore che può lavorare 365 giorni all’anno, ma come ogni collaboratore deve avere un compito ben preciso e deve essere istruito per compierlo nel migliore dei modi.

Nessuna impresa può fare a meno di un sito web, se vuole crescere.

A cosa serve utilizzare un software gestionale? Il piccolo imprenditore fa poche fatture.

Altro nodo dolente della digitalizzazione della microimpresa è il non uso di un software di gestione. Anche qui il problema è di tipo formativo. Non bisogna avere per forza un sistema contabile che faccia il bilancio, ma non si dovrebbe nemmeno ricorrere al commercialista o a fogli excel per ottenere un estratto conto.

Le aziende più grandi dimensioni cominciano a ragionare sulla Business Intelligence e sull’analisi predittiva, che permettono, grazie alla raccolta delle informazioni, di anticipare i gusti dei clienti e le tendenze di mercato.

E’ logico che una piccola impresa di riparazioni caldaie non può usare tali strumenti per la sua attività, sarebbe un investimento fuori luogo, almeno ad oggi.
Ma la stessa impresa, oggi soggetta alla fatturazione elettronica, potrebbe dotarsi di un sistema che in maniera semplice gli consenta di assolvere agli obblighi di legge, ma che allo stesso tempo gli fornisca le informazioni necessarie a risolvere le esigenze di base: vendite, acquisti, incassi e pagamenti, preventivi, interventi, etc… quello che serve per lavorare in maniera organizzata ed ottimizzata.

Uno strumento informatico che permetta di risparmiare tempo nelle operazioni di gestione, migliora le performance aziendali e fa guadagnare di più.

Si, ma il programma per le fatture costa troppo.

Pensare di non poter investire importi sotto i 300 euro all’anno per un sistema di gestione aziendale, è un approccio forse errato.

Viene da chiedersi perchè si possono spendere più di 30 euro mese per l’abbonamento a Sky e non spendere gli stessi soldi o anche meno, per un sistema di gestione aziendale.

La risposta è nella premessa fatta in precedenza : acquistare un software gestionale, o fare il sito per la propria microimpresa non è un’esigenza dell’imprenditore.

La gran parte delle microimprese italiane usano strumenti digitali solo se costretti da imposizione normative, ed inutile sottolineare che questo è un approccio sbagliato, che finisce per far “odiare” l’uso della tecnologia.

La microimpresa può ottenere il massimo vantaggio dalla digitalizzazione.

Un’impresa di piccole o piccolissime dimensioni, o il libero professionista o lavoratore autonomo, sono le categorie che maggiormente possono beneficiare dall’uso di strumenti digitali.

Lo strumento giusto può fare risparmiare tempo, permette di trovare nuovi clienti, mantiene legati quelli già acquisiti. Automatizzare certi processi, oggi , ha un costo contenuto e può supplire alla mancanza di personale.

Ecco le 5 cose da fare per rendere la microimpresa digitale

1 – fare formazione digitale, imparare a conoscere gli strumenti
2 – dotarsi di un sito aziendale, le pagine social possono solo amplificare il messaggio
3 – gestire la presenza online, usare la rete per acquisire e fidelizzare i clienti
4dotarsi di un software gestionale, velocizzare le operazione di routine
5 – usare tutti gli strumenti digitali che permettono di ridurre la carta

In Italia l’uso della email è stato introdotto 15 anni fa, ma ancora oggi esistono aziende che hanno i propri indirizzi email ufficiali su piattaforme terze e non su un sito aziendale.

Qualsiasi imprenditore sceglie uno strumento da usare in azienda, se questo risolve delle sue specifiche esigenze, per cui la domanda è : quali sono le esigenze della tua attività?

ricevi altre informazioni sulla digitalizzazione della microimpresa
iscriviti alla newsletter
ottieni informazioni fiscali, amministrative e gestionali per aziende e liberi professionisti direttamente sulla tua email
Loading
scopri perchè iscriversi

 

condividi questo contenuto
Lascia un tuo parere sull'argomento